i ministri straordinari dell'Eucaristia

                                                          

 

Annamaria Belotti

Anna Barcella 

Claudia Nembrini

Giorgio Cuni Berzi     

Pierina Pesenti                  

Silvio Ghilardi

Stefano Benti

Bruno Bombardieri

Luisella Facchinetti

                                        


Assicurare la Santa Comunione ai nostri ammalati

Nelle nostre comunità cristiane, diversi sono i ministeri o servizi che i battezzati offrono perché la Chiesa sia sempre viva e generativa.

I ministri straordinari della Comunione sono individuati dal parroco e dagli altri sacerdoti e sono invitati a partecipare ad un corso proposto dalla Diocesi di Bergamo, la quale conta circa 200 ministri istituiti.

La costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium afferma che la liturgia, e specialmente l’Eucarestia, è il centro della vita della Chiesa. Se, dunque, l’Eucarestia è quanto di più importante la comunità cristiana possiede, allora non si può permettere che gli ammalati ne restino tagliati fuori.

Il ministro della Comunione svolge un servizio. Ogni battezzato è innestato nel corpo di Cristo e serve il corpo di Cristo in diversi modi. Un modo per servire il corpo di Cristo è portare l’Eucarestia agli ammalati.

Fare il ministro della Comunione è un merito? Solo i “più bravi” vengono scelti? Decido io se voglio fare il ministro? No, è la Chiesa che decide e propone. Se Dio è nella Chiesa, allora è Dio stesso che attraverso la Chiesa chiama. Ciascuno nella massima libertà decide di accettare o meno. Si tratta di un tipo di vocazione. Vocazione vuol dire che il Signore chiama e noi rispondiamo; non siamo noi che la mattina ci alziamo e decidiamo “oggi voglio fare il ministro straordinario della comunione”.

Perché fare un rito di istituzione? Risulta necessario rendere visibile a tutta la comunità che quel ministro straordinario esercita il servizio non per sua volontà, ma perché la Chiesa gli chiede di prestare questo servizio. Non a caso la parola “straordinario” contenuta nella formulazione “ministro straordinario della Comunione”, indica che è un servizio provvisorio, rinnovabile; la Comunione non è di proprietà del ministro, ma gli viene affidata dalla Chiesa per un periodo, solitamente di 5 anni, a sottolineare che siamo tutti, compresi i ministri straordinari, “servi inutili”. Quindi, non noi al centro, ma Lui. 

Nella Chiesa ciascuno di noi ha un dono diverso. San Paolo nella prima lettera ai Corinzi (1 Cor 12, 4-13) afferma che ognuno di noi ha un carisma, un dono speciale dello Spirito, ma questo dono non è per noi, è per gli altri. Così, tutti i fratelli sono chiamati a scambiarsi i doni. Quindi, abbiamo bisogno l’uno dell’altro poiché quello che ha uno non ha l’altro. 

Papa Francesco nell’udienza generale del primo ottobre 2014 dice che noi usiamo la parola “carisma” in modo errato. Noi diciamo “questa persona ha uno speciale carisma per insegnare”. Quindi, consideriamo il termine “carisma” come sinonimo di “talento naturale”, ma così facendo diciamo che ci sono persone carismatiche e altre no. Nella prospettiva cristiana “carisma” significa “dono” dato gratis da Dio. Quello che si riceve gratis, lo si deve dare gratis. Perché Dio dà le cose gratis? Perché dare gratis vuol dire dare con Amore. Quindi, mettersi a servizio vuol dire dare gratis, con Amore. Così come abbiamo ricevuto gratis, per Amore di Dio, allo stesso modo dobbiamo dare in modo gratuito, per Amore a Dio.

 Nella Chiesa ci sono tanti carismi, tanti doni. Il carisma, il dono, si deve tradurre in un servizio concreto che viene chiamato Ministero. Quindi, nella Chiesa ci sono tanti ministeri e quello di portare l’Eucarestia ai malati è solo uno. È un servizio di carità.

 S. Paolo ci dice che se noi non viviamo la carità, non rispettiamo il corpo di Cristo. Se serviamo il Corpo di Cristo, l’Eucarestia, dobbiamo servire il corpo di Cristo sofferente, cioè i malati e portare loro Gesù. Può essere credibile un culto che non diventa servizio?

 L’Eucarestia è comunione con Dio, ma anche con i fratelli, scrive Ratzinger nell’esortazione apostolica Sacramentum Caritatis, n. 76. L’Eucarestia è Sacramento di Carità e di comunione con tutti i fratelli. Come possiamo allora lasciare dei fratelli senza Eucarestia? Non si porta qualcosa ai malati, ma si porta una Persona viva, Gesù, perché si prenda cura di loro. 

 Dalla parabola del buon Samaritano che Gesù stesso racconta nel vangelo di Luca (Lc 10, 25-37) capiamo l’importanza di prendersi cura dei malati. Se serviamo i malati serviamo il corpo di Cristo.

 L’OMS nel 2022 ribadisce che bisogna essere attenti ai bisogni fisici, psicologici, sociali, ma anche SPIRITUALI della persona. Perché questo? Perché la medicina riconosce che anche l’accompagnamento spirituale porta il paziente a reagire meglio alle cure (Clerici-Proserpio. La spiritualità nella cura. Dialoghi tra clinica, psicologia e pastorale. Un medico e un prete nella corsia dell’ospedale, Milano, San Paolo).

 Prendersi cura dei malati è la risposta dei cristiani alla cultura dello scarto di cui parla sempre Papa Francesco. I Camilliani, congregazione religiosa che si prende cura degli infermi, affermano e dimostrano con il loro operato che la vita vale anche se non produce, anche se costa in termini di cure. Perché? Perché siamo figli di Dio.

 Se una comunità, tramite i ministri della Comunione, porta l’Eucarestia agli ammalati, fa sentire loro che sono importanti, perché una comunità, un singolo, prende del tempo per andare a trovarli e portare loro Gesù. E Gesù è nel malato.

 Madre Teresa dopo aver curato i malati diceva che le sue mani avevano toccato la carne viva di Cristo. I ministri straordinari della Comunione sono solo i piedi della comunità. Si muovono per portare Gesù, sono solo dei postini che consegnano non un pacco, ma una Persona: Gesù. 

 Consapevoli della necessità e della preziosità di questo servizio nella nostra comunità, domenica 20 novembre 2022, abbiamo istituito cinque nuovi ministri straordinari: Anna Barcella in Monieri, Annamaria Belotti, Stefano Benti, Claudia Nembrini e Pierina Pesenti. Questi si aggiungono a Giorgio Cuni Berzi, Silvio Ghilardi e Suor Dolores che già da anni offrono questo servizio. A ciascun ministro chiediamo anzitutto la visita ai nostri ammalati: di domenica, come pienezza dell’Eucaristia celebrata o in un altro momento della settimana concordato con l’ammalato o i familiari. È importante soprattutto dare tempo all’ammalato portandogli la preziosità della comunione. Ecco perché può essere maggiormente possibile durante la settimana.

 Agli ammalati e ai loro familiari raccomandiamo di chiedere la visita, anche se già visitati da un sacerdote, superando timori, resistenze o riserve.

 Si può chiedere la visita o direttamente al ministro straordinario che si conosce, o attraverso il sacerdote, o in segreteria parrocchiale.

 

Siamo ben contenti di farvi visita e portarvi la Santa Comunione.

 

Sacerdoti e

Ministri straordinari della Comunione

 

@riporduzione riservata

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